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copyright © roberto schira: tutti i diritti riservati
DDR 1975
A 10 anni mia nonna mi regala la prima macchina fotografica: una Kodak instamatic 25, che ho ancora oggi. Con questa ho scattato alcuni rullini, non molti devo dire…
Due anni dopo mio padre di ritorno da una crociera in barca a vela, mi mostra la sua biottica Yashica-mat che aveva preso alcune ondate di acqua marina e che non funzionava più. I comandi si erano incrostati con il sale e l’otturatore funzionava a singhiozzo. Allora inizio a trafficare (carico, scatto, carico, scatto…) e mio padre mi dice: “se riesci a farla funzionare la puoi tenere.” Beh, ci ho passato il pomeriggio… e alla fine la Yashica funzionava di nuovo. L’ho usata con grande entusiasmo per tre anni. Impostavo tempi e diaframmi a occhio, senza esposimetro. Sviluppavo da solo i miei rullini e con l’aiuto di mio padre (fotografo di formazione) stampavo le mie foto. Un bell’apprendistato!
A 15 anni il grande salto di qualità: cercavo un apparecchio moderno, di qualità e soprattutto leggero. Così ho scelto una Olympus OM1 con uno Zuiko 50mm f/3.5 macro. L’ho usata per 30 anni e… funziona ancora perfettamente. Il corredo di ottiche è cresciuto nel tempo: 24mm f/2.8, 135mm f/2.8, 18mm f/3.5, 85mm f/2.0 e alla fine si è aggiunta una OM4 usata con un 50mm f/1.8. La OM4 mi ha dato solo problemi: che la usassi o meno era sempre scarica! …sempre nel momento sbagliato.
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…poi è arrivato il digitale…
all’alba del nuovo millennio. Dapprima con una qualità nemmeno lontanamente paragonabile alla pellicola, poi a poco a poco, anno dopo anno, sempre meglio. Finché la qualità iniziava ad essere “passabile”, ma per una fotocamera paragonabile ad una reflex a pellicola ci volevano troppi soldi e l’evoluzione era ancora troppo veloce. Quindi mi sono detto: “aspetto”… l’apparecchio giusto, quello che mi permette di usare nuovamente le mie preziose ottiche Zuiko, per le quali avevo speso una fortuna. Pensavo: “arriverà, prima o poi..”. Ci ha pensato la Sony nel 2013 con la sua A7.
1972
1970